PALAGIO FIORENTINO
Erede dell'antico castello dei Conti Guidi completamente distrutto nel 1440, l'attuale edificio del Palagio Fiorentino fu fatto costruire agli inizi del novecento dall'Avvocato Carlo Beni, autore della celebre Guida del Casentino.
L'aspetto del palazzo è di tipo tardo-romanico con il prospetto caratterizzato dalla torre merlata, dai due ordini della facciata e dalla scala di collegamento dei piani che richiama l'impostazione del castello di Poppi. Il Palagio, di proprietà comunale, ospita la Raccolta d'Arte Contemporanea ed è sede di importanti mostre e convegni.
CASTELLO DI PORCIANO Antico castello dei Conti Guidi risalente al X secolo, per la posizione geografica e per le caratteristiche architettoniche, è una delle rocche casentinesi più interessanti, raro esempio di torre-castello. Porciano è anche famoso per le memorie dantesche: la tradizione vuole che Dante vi sia stato tenuto prigioniero dopo la battaglia di Campaldino.
Il Castello di Porciano, di proprietà privata, è aperto tutte le domeniche ed i giorni festivi dal 1 maggio al 31 ottobre, dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 16 alle 19.
CASTELLO D’URBECH Percorrendo la SS 310 in direzione del Passo della Calla arriviamo,subito dopo il bivio per Papiano, al Castello d’Urbech, antico castello dei conti Guidi, al centro della contea omonima. Il toponimo nella forma arcaica di Orbecolo, dalla forma orbicolare su cui sorge il sito, fu successivamente trasformato in Orbeco, ed infine per corruzione di lingua in Urbech.
Il castello, che sorge alla confluenza del fosso di Rigaggioli e lo Staggia, di fronte alla vecchia cartiera, presenta pochi elementi riconducibili alla fortificazione originaria.
Si tratta di resti di cinta di mura, di torri, porte e finestre, oltre alla grande porta castellana a bugne in pietra lavorata riferibile al XVI secolo. Il castello si presentava totalmente trasformato già nel corso del 700, rimaneva soltanto la cisterna ed una torre che era incorporata nel palazzo, di cui oggi non vi è più traccia.
PIAZZA TANUCCI
Al centro del paese è situata Piazza Tanucci, bella struttura dalla forma irregolare e completamente contornata da portici, che caratterizza tutto l'impianto urbanistico della cittadina.
La piazza, già citata nell'Atlante Mondiale di Urbanistica, prende il nome dal celebre e illuminato statista del Regno di Napoli Bernardo Tanucci nato a Stia nel 1698.
Di interesse storico-artistico sono la fontana in pietra con ornamenti in metallo e l’affresco di Pietro Annigoni raffigurante San Francesco (1983), accanto alla Pieve di Santa Maria Assunta.
Qui è stato girato gran parte del fortunato film Il Ciclone di Leonardo Pieraccioni, al quale nel dicembre 1997 l'Amministrazione Comunale di Stia ha conferito la cittadinanza onoraria.
PIEVE DI SANTA MARIA ASSUNTA Su piazza Tanucci si affaccia la Pieve di Santa Maria Assunta, gioiello di arte romanica risalente nella sua struttura base al XII secolo. All’interno sono conservate opere di assoluto valore artistico fra le quali il Trittico dell'Annunciazione di Bicci di Lorenzo (1414), una Madonna col Bambino di Andrea della Robbia ed un ciborio in terra policroma dei Della Robbia.
SANTUARIO DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE A 4 km da Stia, lungo la strada per Londa, si trova il Santuario di Santa Maria delle Grazie, costruito sul luogo dove, secondo la tradizione, nel 1428 apparve la Madonna ad una contadina. La chiesa conserva intatto l’impianto quattrocentesco arricchito da splendide terrecotte di Andrea della Robbia.
Annesso alla chiesa si erge maestoso ed affascinante il chiostro dell'antico monastero, memoria storica della funzione che questo complesso ebbe come abbazia succursale di quella di Vallombrosa.
ORATORIO DELLA MADONNA DEL PONTE
Situata nella centrale via Adamo Ricci, in prossimità del torrente Staggia, conserva una Madonna col Bambino tra San Rocco e San Sebastiano,terracotta invetriata policroma opera di Santi Buglioni, datata 1531.
CHIESA PARROCCHIALE DI SAN LORENZO Nel borgo sottostante al castello di Porciano si trova l'antica chiesa parrocchiale di San Lorenzo ricostruita nel secolo XVII, il cui campanile in origine era stato ricavato da una torre del circuito murario più esterno del castello, distante dall’edificio sacro. Chiesa molto semplice coperta a capriate con una finestra seicentesca in facciata, conservava un trittico raffigurante l'Annunciazione, di Bicci di Lorenzo (Firenze 1373- Siena 1452), del 1414, trasportato nel 1932 nella Pieve di Stia.
SAN SALVATORE A CAPO D'ARNO Salendo lungo la strada che va da Stia al passo della Calla, in vetta al colle della Castellaccia e vicino a Montemezzano, si trovano varie macerie coperte di rovi in mezzo alla foresta di abeti. Qui, attraverso una stretta botola, si può scendere dentro una stanza sotterranea con volta a tutto sesto e tutta dl pietre a filaretto. La stanza è quanto resta dell'antichissimo monastero camaldolese di San Salvatore a Capo d' Arno, costruito circa verso il 1137 dalla badessa Sofia dei conti Guidi. Nella volta del tetto c'è una botola che la tradizione locale chiama “Buca delle Fate”.
ORATORIO DI SANTO STEFANO A TULETO Poco prima del castello di Urbech si trova l'oratorio di Santo Stefano, detto, antica chiesa castellana, riunita nel 1589 alla parrocchia di Santa Cristina a Papiano. L 'edificio è molto semplice, un vano rettangolare coperto a capriate; sulla parete dietro l'altare una tela del XVIII secolo, la Madonna, Santo Stefano e Sant' Antonio da Padova. Vi era, nel piccolo campanile a vela, una campana, datata 1457, dispersa durante la seconda guerra mondiale.
MAESTÀ DI MONTALTO Proseguendo oltre l’abitato di Papiano si giunge alla cosiddetta Maestà di Montalto, una cappella con un bel porticato, restaurata nel 1949, e posta in una zona attrezzata per pic-nic e meta di escursioni nelle foreste che preludono al Falterona. La cappella fu costruita nel 1699 , ma l’affresco della Madonna con Bambino entro l'edicola dell'altare sembra risalire al XV secolo. Splendida la vista che vi si gode del Pratomagno e dei castelli di Romena e Poppi.
MOLIN DI BUCCHIO Situato lungo la strada regionale 556 che da Stia conduce a Londa, Mulin di Bucchio è il primo mulino che s’incontra nel fiume Arno ed uno fra i più antichi dell’intero territorio casentinese, visto che la prima costruzione risale al XIII secolo.
Oltre all’attività di molitura portata avanti per oltre 700 anni dalla famiglia Bucchi, Mulin di Bucchio è stato anche sede di un’importante troticoltura che negli anni '30 del secolo scorso ha ricevuto numerosi riconoscimenti da parte del Ministero dell’Agricoltura. Il mulino ha funzionato regolarmente fino al 1955 e saltuariamente fino al 1960.
L’ultimo mugnaio è stato Pietro Bucchi detto “Pietrone” che, per la sua lunga barba e l’aspetto distaccato, veniva anche chiamato “filosofo”.
Negli anni settanta il mulino e il suo mugnaio furono ripetutamente visitati da scrittori, giornalisti e dalla Rai che girò all’interno del mulino un documentario sulle vecchie leggende casentinesi.
MUSEO ORNITOLOGICO CARLO BENI La collezione, restaurata nel 1990 dal Comune di Stia, comprende 516 esemplari di 173 specie di uccelli, tutte italiane e rappresentative dell’avifauna presente nel territorio casentinese all'epoca della sua costituzione (ultimi decenni dell’Ottocento).
Si tratta di una raccolta organica e quasi completa a livello geografico locale: acquatici, rapaci, passeriformi, migratori. Essa annovera tra i pezzi di maggior pregio due picchi dalmatini (le uniche due catture note per l' Appennino Tosco-Romagnolo); due chiurlottelli, esemplari di una specie della quale, oggi, sopravvivono poche decine di individui a livello mondiale e presente con non più di cento esemplari nelle collezioni ornitologiche note in Italia; inoltre comprende ben cinque aquile reali, sicuramente gli esemplari di maggiore suggestione.